Sfida golosa tra cielo e terra: l’Albero della Cuccagna, tradizione d’Italia

Vorrei iniziare con una piccola provocazione, facendo un quiz di cultura generale, hai mai sentito parlare dell’albero di maggio? no?

Bè…Immaginate un’epoca lontana, quando i villaggi brulicavano di vita contadina, il ritmo era scandito dalle stagioni e le feste erano un’esplosione di gioia e tradizione. Al centro della piazza del popolo si ergeva un gigante di legno liscio e unto, l’Albero della Cuccagna, che lanciava un guanto di sfida agli intrepidi per raggiungere la cima. I suoi rami, come braccia generose, si offrivano come appigli incerti, mentre sulla vetta troneggiavano premi golosi: salami al cioccolato, formaggi gourmet, caramelle artigianali e cioccolatini raffinati, frutto del duro lavoro e della generosità della comunità. Salire su quel palo non era per i deboli di cuore. Era un concorso che richiedeva agilità, forza e soprattutto una buona dose di sfacciata simpatia. I concorrenti, sotto gli occhi divertiti e incitanti della folla, si lanciavano verso il cielo, cercando di aggrapparsi con mani e piedi alla corteccia scivolosa. Spesso, la scalata si concludeva con sonore cadute nella morbida paglia sparpagliata alla base, tra risate e scherzi che riecheggiavano nell’aria.

Legami con i Territori:

L’Albero della Cuccagna affonda le sue radici in un passato lontano, diffuso in diverse culture del mondo. In Italia, la sua presenza è attestata fin dall’epoca romana, associata ai festeggiamenti in onore del dio Saturno. Nel corso del Medioevo e del Rinascimento, la sua popolarità crebbe ulteriormente, diventando un elemento iconico delle feste popolari e dei carnevali, soprattutto nelle zone rurali.                                                       Nel corso dei secoli, questo stravagante passa tempo si è evoluto, adattandosi ai tempi e alle culture locali. In alcuni luoghi, i premi sono diventati più moderni, includendo oggetti come giocattoli o buoni acquisto. In altri, la tradizione è rimasta fedele alle sue origini, con salumi e formaggi che ancora dominano la scena.  Tant’è che ogni regione d’Italia vanta una propria variante della tradizione, arricchendola con elementi tipici del territorio, scopriamoli assieme:

Nord Italia:

  • Piemonte, Lombardia e Veneto: Hanno tutte delle varianti molto simili che si possono riassumere in:
  • “La Pünta d’l’Albera”: un fusto di faggio o rovere liscio come uno specchio, rende la sfida ancora più ardua con le varianti del:
  • “El Gambero”: un tronco di pioppo nodoso e robusto, mette alla prova la forza e l’abilità dei partecipanti. Un solo premio regna sovrano sulla vetta: un prosciutto di alta qualità o un salame pregiato.
  • “L’Albero della Cuccagna a Scalinata”: una scalinata di legno costellata di prove ingegnose, conduce verso la cima. Quiz di cultura locale, giochi di abilità e sfide fisiche attendono i temerari.

Centro Italia:

  • Emilia-Romagna: La sfida si svolge al buio per solo coloro che durante il giorno hanno saputo vincere numerosi giochi, con l’albero illuminato da fiaccole, creando un’atmosfera suggestiva.
  • Toscana: I premi includono il Drappo del Palio, il premio più ambito del Palio di Siena.
  • Umbria: A Gubbio, l’evento è ricco di prelibatezze, folklore locale, magnifici spettacoli di danza e spensieratezza.
  • Marche: La tradizione si intreccia con la cultura marinara, con il palo non più verticale ma orizzontale posto sulle rive di un fiume. I partecipanti devono comunque raggiungerne la sommità con la difficoltà dell’instabilità del tronco che viene fatto oscillare bruscamente o addirittura roteare.
  • Lazio: Nella Festa del Giglio a Roma, l’albero si trasforma in un simbolo di allegria. Viene utilizzata una struttura a scalini che conduce verso la cima. I premi, come prodotti tipici locali, oggetti artigianali e doni votivi, vengono fissati a diverse altezze lungo i gradini.

Sud Italia:

  • Abruzzo: Le giostre inglobano questa antica tradizione, come la Giostra d’Abruzzo a Sulmona, la Giostra del Cavallo a Chieti e la Giostra di San Giorgio a Lanciano.
  • Molise: La Festa dei Santi a Campobasso, la Festa di San Giovanni Battista a Termoli e il Palio di Agnone celebrano la tradizione con musica, balli e stand gastronomici.
  • Campania: La Festa di Piedigrotta a Napoli illumina l’albero con luminarie creando uno spettacolo suggestivo.
  • Puglia: La Festa di San Pietro a Taranto è un evento molto sentito con la “variante con bandiera” tipica del Gargano che consiste in una gara di corsa con l’obiettivo di conquistare una bandiera posizionata sulla cima.
  • Basilicata: La Festa della Madonna della Bruna a Matera unisce tradizione e fede con processioni, canti religiosi e risate e cadute dei partecipanti.
  • Calabria: La Ntinna di Martone è un fusto di faggio alto circa 25 metri offerto come ex voto a San Giorgio, decorato con prodotti tipici e premi.
  • Sicilia: Chiamato “u piru ‘nzertu” (albero unto), incarna una sfida impegnativa. I premi includono salumi tipici, formaggi stagionati, dolci della tradizione, vini locali e persino polli vivi che svolazzano sulla cima. La “Gara di San Giovanni” a Catania aggiunge un tocco spettacolare: i temerari scalatori salgono l’albero unto, scendono con una corda e raccolgono pomodori al volo.
  • Sardegna: Chiamato anche “su punteddu” (il piccolo ponte), assume un valore ancora più prezioso. I premi includono gioielli scintillanti, monete d’oro e tessuti pregiati. In alcune zone, la fortuna premia con animali vivi come agnelli o caprette che vengono poi assegnati ai vincitori come premi.

L’Albero della Cuccagna nell’arte e nella letteratura:

L’Albero della Cuccagna ha trovato spazio anche nel mondo dell’arte e della letteratura, diventando una metafora della vita, della sfida e della gioia. Pensiamo a Pieter Bruegel il Vecchio, che nel suo dipinto “La Gioia del Villaggio” immortala una festa popolare con un Albero della Cuccagna al centro, simbolo di allegria e condivisione.

O ancora a Hieronymus Bosch, che nel suo “Giardino delle Delizie Terrestri” lo inserisce tra le scene di follia e di vita, quasi a voler sottolineare la sua natura di gioco e di evasione dalla realtà.

L’Albero della Cuccagna non è solo un palo unto da scalare per conquistare premi golosi. È un inno alla vita, una sfida alla gravità e ai limiti, un invito a vivere con leggerezza e gioia. Un simbolo che ha ispirato anche la satira di artisti come Francisco Goya, che nelle sue incisioni “Los Caprichos” lo raffigura come una metafora della società del suo tempo.

E non dimentichiamo Henri Rousseau, che nel suo “Il Sogno” lo colloca in un paesaggio fantastico, come un elemento di evasione dalla realtà e di ricerca di una gioia pura e incontaminata.

In conclusione:

L’Albero della Cuccagna: ben oltre un gioco

L’Albero della Cuccagna non è solo un semplice divertimento: è una metafora della vita, un invito a superare i limiti e a perseguire i sogni. Simboleggia la sfida continua, le cadute e le risalite che ci rendono più forti e resilienti.                                                                                                    Non si tratta solo di raggiungere la cima e ottenere premi, ma di vivere un’esperienza di condivisione e gioia, riscoprendo i valori della tradizione e la bellezza dello stare insieme. L’Albero della Cuccagna ci insegna che la vera felicità risiede nell’essere parte di qualcosa di più grande, nel godere del presente e nell’affrontare la vita con entusiasmo e coraggio.                                                                                                                                Quindi, la prossima volta, non esitate: salite! Sfidate voi stessi e abbracciate la vita con tutta la vostra energia. Ricordate, come diceva Walt Whitman:  “La vita è un viaggio fantastico. Non sprecarla vivendola a metà misura”.

(Articolo aggiornato 1 Luglio 2024)

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